Lorenzo Bernini, gruppo scultoreo Enea, Anchise e Ascanio, Galleria Borghese Roma

Semi di civiltà nella mitologia e nella sua rappresentazione artistica

Un contributo di Redazione YouBOS

Martedì, 1 Giugno 2021

Dove nasce la civiltà?

Cerchiamo nella mitologia e nella sua rappresentazione artistica.

Enea, Anchise e Ascanio, gruppo scultoreo di Lorenzo Bernini del 1619, Galleria Borghese, Roma.

Enea fugge da Troia in fiamme portando in braccio l'anziano padre Anchise e col figlioletto Ascanio che cammina dietro di lui.

Laura Marchetti nel suo articolo del 24/3/2020 sul Manifesto scriveva di Enea: "..La pietà, che è la sua qualità esistenziale e la sua qualità sociale, lo spinge nell’aiutare, includere tutti, curare tutti, anche a scapito della propria sopravvivenza, del proprio potere.

Quella pietà è anche l’intelligenza della specie, in quanto la specie sopravvive, sottolineano i biologi della complessità, non nella lotta ma perché la madre continua ad allattare il figlio e perché gli uomini, anche quando vivono rintanati, non sono topi che si distruggono ma anzi si prestano soccorso ".

Mi date qualche altro suggerimento andando a cercare nel mito, nella storia dell'arte, e in qualsiasi altra disciplina del sapere umano ?

Si cercano semi di civiltà.

 

 

Categoria
Dimensione esistenziale

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Le sacre sinfonie del tempo di Battiato, questa è la musica che mi sembra avvolgere questa statua.

Dice: siamo angeli caduti in terra dall'eterno, senza più memoria, per secoli fino a completa guarigione.

Vale la pensa ascoltare questa musica ad occhi chiusi

https://www.youtube.com/watch?v=MCKZiu2IdXM

“Il pranzo di Babette”, il film tratto dal libro di Karen Blixen, mi suggerisce un collegamento con la parola civiltà e con la raffigurazione del nutrimento amoroso che sviluppa sentimenti di rinascita, di cura e unione. Due anziane sorelle puritane vivono in uno sperduto paesino della Danimarca e la loro vita trascorre ancora condizionata dai rigorosi principi del padre, decano e profeta di una setta, e devotamente impegnate a trasmettere alla piccola comunità il verbo che separa il corpo dalla mente. Un giorno Babette, fuggita dalla Francia perché incolpata di essere rivoluzionaria, irrompe nella vita delle due sorelle e si prende cura di loro. Babette riceve una vincita imprevista e impiega l’intera somma per preparare un gustoso e raffinato pranzo per la comunità in onore del decano. E’ avvincente partecipare al pranzo di Babette che esprime il piacere di vivere attraverso il linguaggio del cibo e restituisce al gruppo la gioia di divertirsi, l’amore e il prendersi cura. La creatività di Babette, la sua capacità di artista della cucina e di spendersi per la comunità consegna un consiglio per ricucire le separazioni.

Babette

Cara Lola il bellissimo  film che tu hai citato, mi sembra un secolo, fa lo vidi pure io....Oggi rimane il ricordo e allora penso ad un finale tutto mio, l'ultima sceneggiatura

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Il pranzo è finito e Babette si trova con le due sorelle  nella grande cucina affaticata,delusa e si guarda attorno con aria smarrita.

“E adesso che il pranzo è finito dovrò lavorare ancora una settimana per mettere in ordine tutta questa cucina che sembra un campo di battaglia. Solo a pensarci mi sento male!

Sussurra in modo che le due sorelle non la sentano poi si lascia cadere stanca su una sedia.

Mamma mia quanto ho cucinato e perché, per chi poi? Oh ce ne fosse stato uno, ma uno solo di questi sbafatori, che sia venuto a ringraziarmi o a dirmi che aveva trovato qualcosa di suo gradimento. Niente di niente... E sì che avevo preparato un pranzo raffinato con vere prelibatezze....Mica le hanno capite . Questi erano peggio delle cavallette fameliche... hanno spazzato via tutto senza gustare nulla!”

Prende una bottiglia e si versa un dito di vino e delusa lo sorseggia.

“Di tutto quello che ho messo in tavola solo questo dito di vino è rimasto! Ma è proprio buono! Quando penso ai miei antipasti inorridisco. I cestini di pasta brisé con un letto di burro di mostarda spruzzati di piccoli pezzetti di tartufo nero e lingua in salmi tritata, che meraviglia non solo per il palato, ma anche per gli occhi. E quelli con le ostriche alla veneziana con una bordura di caviale... Non ci posso credere ogni tartina ingurgitata in un solo boccone senza neppure assaporare quelle prelibatezze. Accidenti a me, se mettevo in tavola dei panini di McDonald's forse li avrebbero graditi di più!”

Scuote la testa avvilita nel segno del diniego.

“Povera illusa , alla mia età non ho ancora capito che certi individui non sono adatti per delle cose raffinate! Mica si danno perle ai porci! Proprio quello che ho fatto io da vera tontolona...”

Si alza e va a sollevare il coperto e lo agita

“Per non parlare del consommé di tartaruga.... era da centellinare e invece lo hanno trangugiato come fosse un brodo di dado della Star o della Knorr con dentro la tempestina all'uovo della Barilla! Non hanno capito la differenza! Ma dico si può mangiare così un piatto sublime degno dell'artista che sono io.”

E sbatte il coperchio sulla pentola.

“Non uno che  sia venuto a complimentarsi con la regina dei cuochi, da non crederci ! E le pernici ripiene di olive nere e prosciutto ...Ma come potevo pensare che questi vecchi che vivono in un paesello in capo al  mondo potessero apprezzare quanto ho loro cucinato.”

Si alza e va a guardare fuori dalla finestra.

“Ecco se ne stanno andando con la pancia bella piena senza aver speso un misero soldino... A dire il vero li ho invitati io e pensare che per questo pranzo ho speso diecimila franchi , una fortuna che mi avrebbe permesso di vivere per diversi anni e decorosamente a Tagliata di Cervia invece che in questo cavolo di paese sommerso dalla neve! Certo volevo che pensassero che non sono una semplice serva, ma una vera artista quale io sono stata e vorrei continuare ad essere , ma come potevo pretenderlo? Perché la vita non mi ha dato nemmeno questa soddisfazione. Ora mi trovo da sola senza un quattrino perché tutto ciò che avevo l' ho speso per fare un pranzo.  Mi è proprio andato di volta il cervello.”

Prende un mestolo e lo agita a mo di scettro

“Ma ne valeva la pena?”

Per dimostrare chi si è , sia una grande cuoca che una semplice vera donna, ne vale sempre la pena!

 

 

 

COME SFATARE MITI E LEGGENDE

Il mio Ulisse e le sue donne.

Ulisse

Lo immagino molto alto, muscoloso con gli occhi azzurri tipo Peter O' Toole, ma abbronzato come Carlo Conti e affascinante come Richard Gere. Insomma un tipo che piace alle donne e ne è cosciente, molto pavone e un po' adulatore. Si proclama paladino di moglie e famiglia, ma in verità è scaltro, infido e traditore con figli sparsi per il mondo. Ai giorni nostri potrebbe essere il proprietario di una multinazionale , in questo periodo magari di una industria farmaceutica con profitti assicurati per decenni.

Ciononostante di donne ne ha avute abbastanza ed anche di una certa levatura.

Penelope, la moglie.

Bella e austera, io la immagino come Irene Papas senza tanti grilli per la testa, ma ligia ai doveri di una brava moglie: sempre in casa, pranzo e cena serviti all'ora giusta, tuniche lavate, stirate e profumate alla lavanda e soprattutto calzini sempre rammendati e appaiati che è il massimo che possa esistere.

In greco il suo nome significa tessistrice ma anche oca e mai nome fu così azzeccato tanto che aspetta un cotanto marito per venti anni. Fedele e sicura del suo ritorno si diletta a tessere di giorno e a disfare durante la notte, la tela. Sulla fedeltà di Penelope non metterei la mano sul fuoco: con tutti quei giovani corteggiatori, magari qualcuno che l'aiutasse qualche notte a disfare la tela potrebbe averlo trovato! Infatti questa voce è stata subito  messa a tacere perché doveva rimanere icona di fedeltà. Ai giorni nostri potrebbe essere una famosa attrice che proclama la sacralità della famiglia ma in realtà  convive con il suo pigmalione, nonché ricco produttore, felicemente sposato.

Circe, la prima amante.

Circe è figlia del Sole, e naturalmente è di una bellezza ammaliante, è una seduttrice a cui nessun uomo sa resistere e lei si diverte a trasformarli in porci. Non so perché abbia scelto questo animale, ma una ragione doveva averla! E' procace con il seno in bella vista e con la bocca sempre socchiusa in un insulso sorriso stampato sulle lebbra, mentre con le mani si attorciglia i ricci capelli biondi o si accarezza i fianchi. Un tipo alla Valeria Marini, quando era giovane, perché ora a cinquant'anni suonati continua ad aspettare l'uomo della vita con cui fare un figlio. Almeno Circe si innamorò di Ulisse e lui, dimenticata la moglie, con la nuova conquista un figlio lo fece. Latino si chiamava e, in seguito, in un anno sembra che ne arrivassero altri due. Forse il tempo si misurava  diversamente.

Calipso, la seconda conquista

E' il mito rovesciato della bella Cecilia che tutti vogliono, ma nessuno piglia. Calipso, per aver commesso uno sgarbo, era stata, dagli dei, confinata in un'isola del Mediterraneo e punita. La punizione consisteva nell' innamorarsi di tutti i bei fusti che le mandavano sulla sua isola, ma questi poi la lasciavano  sola e così piangeva sconsolatamente finché non ne approdava un altro. Quando ci arrivò Ulisse, subito Calipso si innamorò di lui. La punizione funzionò pressapoco perché Ulisse si fermò per sette lunghi anni ed ebbe il suo bel sollazzarsi e sembra che anche lì nascesse un figlio. Difficile dire a chi potrebbe assomigliare, ai giorni nostri sono tante le belle attrici che hanno l'innamoramento facile e spesso vengono lasciate; un esempio potrebbe essere Belen Rodriguez, sia prima che dopo il matrimonio.

Nausicaa

Giovane e vergine principessa andò al fiume con le ancelle a lavare il corredo in vista di un probabile matrimonio e lì incontrò Ulisse che nulla aveva a che vedere con l'Ulisse di venti anni prima.

Le sbucò davanti un uomo vecchio, stanco, timoroso, coperto di salsedine con in mano un ramo di fronde che gli copriva l'inguine. Mentre le ancelle fuggivano, giustamente spaventate, Nausicaa non ebbe alcun timore, anche perché lui si fermò e iniziò a farle una sviolinata riempendola di complimenti, di elogi e paragonandola ad una bianca dea. Nausicaa lo fece lavare dalle ancelle , ungere con oli profumati e rifocillare. Dopo questo trattamento, degno di un affermato centro estetico e di benessere, Ulisse riacquistò l'antico smalto e il suo vigore tanto che Nausicaa un pensierino ce lo fece ma Ulisse pensò che era meglio lasciar perdere e ritornare a casa, anche per verificare se la moglie lo stesse ancora aspettando.

E così fu.

 

 

 

 

 

Le costellazioni e la mitologia greca Guardare le stelle nel cielo afoso d'agosto. Per molti anni, io con una mia amica, siamo andate a farci raccontare le stelle. E' una attività molto bella che racconta il mito greco e l'aspetto anche scientifco. Molto bello che l'antichità greca era usa trafsormare persone in stelle "mandandole" in cielo. Cassiopea è una costellazione molto facile da trovare: è una w rovesciata, al limite della sfera celeste che guardiamo. E' molto bello farsi raccontare il nome della costellazione e il suo mito. E' come una fiaba per adulti/grandi. Oppure per vedere le cose dai diversi punti di vista. CASSIOPEA In questa storia mitologica le protagoniste saranno alcune costellazioni del cielo invernale: Cassiopea, Cefeo, Andromeda, Perseo, Pegaso, Ceto (o Balena). Secondo il mito greco Cassiopea era la regina di Etiopia, moglie del re Cefeo ed era davvero molto vanitosa (per questo la vediamo raffigurata nel cielo mentre si specchia e si pettina i capelli). Un giorno la donna osò dichiarare di essere più bella delle Nereidi, le ninfe del mare, fanciulle bellissime figlie del dio Poseidone. Queste, sentendo il terribile affronto di Cassiopea, si adirarono moltissimo e chiesero al loro padre di aiutarle a vendicarsi. Poseidone, stanco di sentire le loro continue lamentele decise di mandare un mostro marino chiamato “Ceto” (una balena gigantesca), sulle rive dell’Etiopia per creare una gigantesca onda che avrebbe annegato Cassiopea. Il marito di Cassiopea, Cefeo, venne a sapere del fatto e chiese ad un oracolo come poter salvare la moglie da questa terribile sorte. Esso gli rispose che l’unico modo per salvare la regina era sacrificare una bella, giovane fanciulla al mostro. Cefeo e Cassiopea non ci pensarono un attimo e brutalmente incatenarono la bellissima figlia Andromeda sulla riva per sacrificarla al ceto. La povera Andromeda era disperata e già vedeva il mostro arrivare, di certo l’avrebbe mangiata… Quando arrivò l’eroe Perseo, appena tornato vittorioso dalla lotta contro Medusa (un mostro con la testa piena di serpenti che pietrificava tutti quelli che la guardavano negli occhi) e di cui portava ancora in mano, come trofeo, la sua testa tagliata. Vedendola, Perseo si innamorò subito di Andromeda e decise di portarla via con se, a cavallo di Pegaso, un bellissimo cavallo bianco alato. I due quindi si sposarono e come ogni favola a lieto fine vissero felici e contenti… La regina Cassiopea fortunatamente si salvò dal mostro perché questo, rimanendoci male per la perdita della sua preda sacrificale, tornò da Poseidone. Ma non rimase di certo impunita! Gli dei decisero di farla ruotare per sempre, assieme al marito, attorno al polo celeste, come in un girotondo (per questo è chiamata costellazione circumpolare) e addirittura spesso la troviamo anche ruotata a testa in giù… pensate che mal di testa! P.S. ho preso questo racconto del mito da internet. Ma è così carina. Cioè sembra proprio che i greci avessero modalità "originali" per risolvere i conflitti

26 Luglio 2021.

Bellissima, Lola, la storia che tu ci hai raccontato sulle costellazioni e su Cassiopea, purtroppo della magnificenza del cielo notturno non ho tante conoscenze, ma conservo ricordi bellissimi. Da bambina ho conosciuto i due carri, ovvero l'Orsa Maggiore e l'Orsa Minore e anche la Stella Polare che fa parte della loro costellazione. Poi ho conosciuto Sirio la stella che nel cielo risplende di più e Venere la stella del mattino, altro non so. Ma il ricordo dei cieli stellati è legato a Sabbioni di Loiano nelle nostre ridenti colline bolognesi. Era una grande emozione, quando calata la notte e i bambini dormivano, sdraiarsi sul prato sotto alla loro finestra, e guardare l'immensità del cielo. Mai ho visto stelle così luminose e così vicine, sembrava quasi poterle toccare con un dito. Ora, dalla casa dove abito, stelle non ne vedo più. Solo la luna, che chiamo “ Bianca Signora della notte” ancora mi appare tenendomi compagnia.