Carissssssssime, in questi giorni ho pensato ai venerdì passati  insieme  in questi ultimi mesi che ci vedono lontane fisicamente. Voglio condividere con voi ciò che ho scritto. Un caldo abbraccio
Mariella

Un regalo di Natale

La Signora si preparava e festeggiare il Natale, piccoli doni da acquistare, menù da decidere, e allora era bello andare in via Dagnini con i tronchi degli alberi tutti illuminati ed era un piacere spingersi fino al quadrilatero pedonale di Bologna oppure fermarsi al Centro Stella, quello in Via Savioli che accoglie anziani come lei. Perché proprio lì si stava lavorando per allestire l'annuale mercatino di prodotti natalizi per raccogliere fondi. C'era chi cuciva degli allegri sacchetti grandicelli da riempire di lenticchie o quelli piccoli e sfiziosi per la profumata lavanda. Lei aveva raccolto le grosse bucce di arancia per candirle mentre la Signora Carla sfornava raviole deliziose con marmellata fatta in casa. Poi tra Natale e Capodanno cominciò a filtrare la notizia che una influenza era in arrivo. Arrivava, come gli altri anni, dalla Cina forse perché laggiù è, da sempre, stato fissato il luogo di partenza, ma non è mai una sorpresa ed è per questo che in tanti si erano vaccinati. Come tutti gli anni era sempre una influenza strana, ma anche questo non era una novità: bisognava solo cercarle un nome! Però dopo Natale le cose sono cambiate e anche la Signora conobbe Wuhan, una cittadina della Cina che mai aveva sentito nominare, ma proprio lì il virus era nato e cresciuto e aveva cominciato a fare sul serio e forse per questa ragione gli si era dato un nome prestigioso: Corona virus.

Ma Wuhan era così lontana e a Bologna si stava proprio bene. Un inverno mite giornate di sole che invogliavano ad andare al parco della Lunetta Gamberini mentre gli alberi di Via Mezzofanti si riempivano, con tanto anticipo, di fiori. Ma la nostra Terra, di fronte all'immensità dello spazio, è piccola cosa e il virus, che porta una corona in testa, e che date le sue nobili origini deve amare le cose più belle, ha deciso di espatriare in Italia. Un posto migliore non poteva trovarlo perché l'Italia, oltre essere bella ed elegante è anche la patria dei furbetti ed e così che ce lo siamo trovati in casa, il virus, e ha potuto espandersi quasi alla chetichella. Certo lui sa di essere un indesiderato ospite, sa anche che le persone sagge lo vogliono combattere, ma ha dalla sua parte i furbetti e gli sconsiderati e ha cominciato a proliferare indisturbato. E inoltre si è pure ringalluzzito e si è permesso di attaccare anche i giovani eroi del pallone. Allora i Bolognesi si sono ribellati, sono insorti ed hanno dichiarato guerra a quel subdolo virus chiudendosi tutti, finalmente, in casa. Le strade ora sono deserte la riscossa dei Bolognesi, anche giovani avanza e possiamo sperare che nell'uovo di Pasqua troveremo la sorpresa più bella: un Coronavirus stecchito tramutato in un particolare portachiave. Sì perché c'è starà appesa una brillante chiave: proprio quella che ci aprirà la porta della ritrovata libertà.

 

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