AMARCORD…..’’al dialàtt bulgnais’’
Un contributo di Roberta
Mercoledì, 25 Agosto 2021
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Quest'anno cade nell'anniversario dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, avvenuta tra il 13 e il 14 settembre del 1321. Del sommo poeta che ci ha lasciato, un patrimonio indiscusso come ‘’La Divina Commedia’’ nella nostra città, Bologna, soggiornò negli anni della giovinezza e proprio nel ’’ De Vulgari Eloquentia’’ scritto in latino tra il 1303 e il 1305, il sommo poeta sottolinea la differente parlata tra i bolognesi di Borgo San Felice e quelli di Strada Maggiore come attesta la lapide posta all’angolo tra Via S. Felice e Guglielmo Marconi. Il bolognese, come gli altri dialetti del gruppo gallo-italico, appartiene al più vasto gruppo linguistico galloromanzo e differisce in vari aspetti dall’italiano, che è invece un idioma del gruppo italo-dalmata.
Il professor Roberto Serra, che tiene corsi di dialetto in città da ormai vent’anni, spiega che il bolognese è una lingua autonoma rispetto all’italiano, dotata delle proprie regole e di un proprio lessico. «C’è un dizionario di bolognese, scritto da Daniele Vitali e Luigi Lepri — racconta lo studioso — oltre a una grammatica scritta sempre da Vitali e a diversi miei volumi. Quindi c’è modo di trattare il bolognese come una lingua vera e propria e di impararlo». Un’occasione da non perdere anche perché, come ricorda Serra, «l’Unesco l’ha riconosciuto come lingua meritevole di tutela, nella forma dell’emiliano, decretandone l’importanza come bene culturale»
Nei miei ricordi quindi ci sono le tantissime filastrocche in dialetto che mia nonna mi raccontava e aneddoti in’’bulgnais’’ che ancora con mio padre ogni tanto affiorano nelle nostre chiacchierate insieme. Le ‘’zirudele’’ fanno parte del mio vissuto e a tal proposito voglio donare la mia ‘’prima poesia’’ che ho scritto a 9 anni e che un mio amico (Iacopo Stigliano) del gruppo di facebook ‘’amanti del dialetto bolognese’’ ha tradotto per me, con la speranza di avere da voi tante poesie e ‘’zirudele’’ in dialetto da condividere insieme!
Vi lascio con questo detto: A dvintèr vic’,as dvinta ragazù !!
La sufétta La soffitta
Caminànd só pr’un scalàtt Camminando su una scaletta
acsé bûr acsé stratt così buia così stretta
am truvè in fâza Mi trovai a faccia a faccia
a un stalàtt. con una stanzaccia.
A fé un pâs, po’ un èter e a vanzé a båcca avêrta. Feci un passo, poi un altro e rimasi a bocca aperta
Quanta ròba, tótta vècia Quanta roba tutta vecchia
da zänt ân mâi tuchè da cent'anni mai toccata
ai êra una cóṅna, c’era una culla,
acsé dåulza, acsé bèla, così dolce così bella
da sénter ancåura la ninanâna, da sentire ancora la ninna nanna.
Ai srà stè anc la mî nôna quand l’êra fangénna. Ci sarà stata la mia nonna quando era piccolina
Drî da un cantån dscalastrè al stèva in pî In un angolo diroccato, stava in piedi
un vèc’ ftièri tótt inzaclunè un vecchio vestito trasandato
l êra un ftièri da militèr era un vestito militare
sicûr dla Secånnda Guèra Mondièl certo della Seconda Guerra Mondiale!
La srêv una fèsta par tótta la Tèra Sarebbe una festa per tutta la terra
Fèr la pèṡ prémma dla guèra! fare la pace prima della guerra!
Commenti a questo contenuto:
29 agosto 20 Mi diverte…