Il 5 marzo di cento anni fa nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini; una delle voci più innovative e poliedriche della cultura italiana, intellettuale capace di una lungimiranza lucida ed interessante.
La Città di Bologna lo ha ricordato con numerose iniziative che si possono leggere sui media. Io ho pensato (con ritardo) che anche noi di Yuo Bos dovremo dedicargli uno spazio sulla nostra piattaforma; se siete d'accordo con me vi invito ad esprimere il vostro punto di vista su questo grande personaggio della politica e della cultura italiana.
I MIEI RICORDI
Negli anni 70 vivevo molto la quotidianità romana per motivi di studio e di lavoro e in ambito universitario dove Pasolini era molto seguito. Ricordo con amarezza e tristezza quel 2 novembre 1975 quando arrivò la notizia della sua morte; inizialmente vennero date notizie frammentate ed incerte sull'accaduto; poi il giovane diciassettenne Pino Pelosi trovato alla guida dell’auto di Pasolini già prima del ritrovamento del corpo confesserà l’omicidio del poeta. Molti non accolsero questa versione e contnuarono le ricerche fino a dire che: “La morte di questo scrittore e intellettuale è stato uno tanti misteri irrisolti del nostro paese. Una cosa è certa: Pier Paolo Pasolini era un personaggio scomodo per il potere: per quello che scriveva, che diceva chiaramente, che sapeva....
IL SUO CARTTERE
Le difficoltà della vita come la fuga da un padre violento, l’esperienza pedagogica friulana e la fame nera condivise con l’adorata madre, l’omosessualità mai nascosta e pagata per una vita intera e oltre, quella “diversità che mi fece stupendo”, scrive Pasolini nelle sue poesie, e che torna come un tarlo in tutta la sua opera, con l’impossibilità di poter essere, con questo, davvero riconosciuto dalla società in cui pure viveva e lavorava con successo, e quindi, di contro, l’unica possibilità, di appartenere esclusivamente a un ambiente alternativo, quello dei relegati, dei diversi.
LA DIVERSITA'
La diversità per Pasolini era il modo con cui non si accettava il tram tram quotidiano che veniva sostenuto dai mezzi di comunicazione di massa, come la televisione. Veniva diffusa tanta ipocrisia che aveva pervaso le classi sociali in primis la borghesia, a cui ormai confluivano anche i meno abbienti, attraverso la scuola e la comunicazione diffusa. Io penso che su questo Mondo siamo tutti diversi, anche io mi sento molto diverso.
Ho letto una sua poesia sulla diversità, mi è piaciuta e l'ho recitata varie volte in pubblico, ve la propongo:
LA DIVERSITA’
La diversità che mi fece stupendo
e colorò di tinte disperate
una vita non mia,
ancora mi fa sordo ai comuni istinti,
fuori dalla funzione che rende
gli uomini servi e liberi.
Morta anche la dolente speranza di rientrarvi,
sono solo, per essa, coscienza.
E poiché il mondo non è più necessario
a me, io non sono più necessario.
Un contributo di Marcello Camilli
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