AMICIZIA: LA CURA OLTRE LA CURA
Se le relazioni sociali allungano la vita e migliorano le condizioni di salute, l’amicizia è cura: raccontata da Gibran o vissuta e raccontata in prima persona da Rolanda. Ve la sentite di scrivermi di raccontarvi?
L’AMICIZIA (KAHLIL GIBRAN)
Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
È il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza.
È la vostra mensa e il vostro focolare.
Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.
Quando l'amico vi confida il suo pensiero,
non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo.
E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore:
Nell'amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa
nasce in silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia.
Quando vi separate dall'amico non rattristatevi:
La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate,
come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura.
E non vi sia nell'amicizia altro scopo che l'approfondimento dello spirito.
Poiché l'amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero
non è amore,
ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano.
E il meglio di voi sia per l'amico vostro.
Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea,
fate che ne conosca anche la piena.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto.
E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell'amicizia.
Poiché nella rugiada delle piccole cose
il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.
AMICIZIA (ROLANDA)
Amicizia per me ha un nome solo “ Anna”. Ho avuto tante amicizie durante la mia lunga vita e a 87 anni me ne sono rimaste solo due a me veramente care. Forse perché la loro amicizia risale alla mia infanzia, Luisa l’ho conosciuta nel lontano 1939, ed essendo vicine di casa diventammo amicone. L’altra Wilma la conobbi sei anni dopo nel 1945 appena finita la guerra, e lei venne ad abitare nello stabile dove abitavo io, addirittura sullo stesso pianerottolo e cominciammo a frequentarci, ci confidavamo tutti i nostri segreti giovanili. Da allora la nostra amicizia continua, non si è mai incrinata e tutt’ora comunichiamo tra noi, ma per telefono, purtroppo a causa dell’età avanzata, pur vivendo qui in città, le nostre gambe non ci portano più dove vorremmo; ma l’importante è sentirci, anche se è solo per telefono, e poter scambiare quattro chiacchiere di tanto in tanto.
Ma veniamo ad Anna, il detto dice: ”Chi trova un amico trova un tesoro”. E io in Anna ho trovato un vero tesoro. L’amicizia con lei è più recente e cioè risale al 1981 quando io ero prossima ai 50 anni. Il nostro incontro fu casuale, mi trovavo nella sala di accettazione dell’ospedale S. Orsola, dovevo sottopormi ad un piccolo intervento di ginecologia e pure Anna era lì per lo stesso motivo. Socializzammo subito quando comparve l’infermiera che doveva accompagnarci in reparto. Quest’ ultima si chiamava Gina era molto alta, magrissima, capelli tinti molto neri, la pelle olivastra e un enorme naso adunco.Tutto ciò ci ispiro’ un soprannome: “brutta cornacchia”.
In seguito lo confidammo ad una giovane infermiera, questa lo riferì ad un dottorino dello staff medico e pure lui fu d’accordo con noi. In seguito non so se Gina l’avesse saputo, perché era scorbutica con tutte noi ma in particolare con me. Cosa che mi lasciava del tutto indifferente. Io e Anna eravamo anche vicine di letto, questo rafforzo’ la nostra amicizia. Anche se Anna aveva 10 anni più di me era sempre di buon umore, sempre ironica quando occorreva. Legò subito anche con mia mamma che veniva in ospedale sempre dopo il pranzo munita di thermos contenente il caffè buono e ben caldo, da noi due ben gradito. La mia permanenza in ospedale finì, ma l’amicizia con Anna non finì. In Anna oltre ad aver trovato un’amica avevo trovato quella sorella maggiore che avevo sognato e non ho mai avuto, essendo figlia unica. In seguito Anna me la trovavo a casa mia quando rientravo dal lavoro intenta a conversare con mia madre in tutta armonia. Io e Anna eravamo entrambe vedove da più anni ed entrambe avevamo due figli. Quando mia madre venne a mancare Anna mi fu molto vicina, io ero inebetita dal dolore, mi veniva a mancare colei che oltre ad avermi dato la vita, aveva vissuto con me per 60 anni, perchè anche dopo il matrimonio io e mio marito avevamo sempre vissuto con i miei genitori. Dopo la morte di mio padre, io e mia madre ci eravamo unite ancora di più ed era comprensibile il mio dolore sempre grande. In quel frangente mia figlia che era sposata dall’altra parte del mondo e in attesa del suo primo figlio, una gravidanza a rischio, non potè essere presente. Fu Anna a essermi vicina in quella occasione. Purtroppo 7 anni dopo mio figlio Fabio morì per arresto cardiaco e mi sembro’ di impazzire e quella volta ci fu sempre Anna a farci coraggio con la sua continua presenza, come una buona sorella. Ma le belle amicizie non durano sempre e anche Anna si ammala di un male che non perdona. Sarà una lunga agonia e dopo molte sofferenze verrà a mancare e morirà in un ospedale fuori Bologna e non potrò esserle vicina come vorrei. Il mio dolore è grande ho perso una grande amica, la mia sorella maggiore come l’ho sempre considerata, tanto saggia e obiettiva, i suoi consigli mi mancano ancora oggi che sono vecchia.
Addio Anna e spero tanto di incontrarci nell’Aldilà per poter riprendere le nostre risate alle spalle della “brutta cornacchia nera”, ciao Anna
Rolanda
SITOGRAFIA
https://libreriamo.it/poesie/khalil-gibran-sullamicizia/
https://www.youtube.com/watch?v=is1vTpdyn44
https://www.bolognasolidale.it/eventi-youbos/bada-bene-salute-porto-saragozza
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Silvana mi dice che il giorno di Natale il suo telefono non squillerà. Sarà sola come tutti gli altri giorni. Le faccio gli auguri e cerco di trasmetterle quel calore che trasmettono gli amici.
Rendiamo quello che riceviamo. Soprattutto a chi resta solo perchè ultimo della propria generazione. Nell'angolo nascosto e protetto della propria casa e invisibile ai più.
Natale è soprattutto questo.