Compliance

Una parola proposta da Susanna

Venerdì, 24 Ottobre 2025

“Compliance” in ambito medico

Il termine compliance deriva dall’inglese to comply, che significa “attenersi”, “conformarsi” o “collaborare”. In ambito medico, questa parola viene tradotta in modo discorsivo come “adesione alla terapia” o “collaborazione del paziente” con il medico.

In pratica, la compliance indica quanto un paziente segue correttamente le indicazioni del medico: se prende i farmaci nelle dosi e negli orari prescritti, se rispetta la dieta, se partecipa alle visite di controllo e, in generale, se collabora al percorso di cura.

Una buona compliance significa che il paziente partecipa attivamente al trattamento, aumentando così le probabilità di successo della terapia. Al contrario, una bassa compliance si verifica quando il paziente dimentica di assumere i medicinali, interrompe la cura da solo o non rispetta le indicazioni mediche, mettendo a rischio la propria salute.

Ad esempio, un paziente iperteso che prende regolarmente le sue medicine e segue uno stile di vita sano mostra un’elevata compliance. Se invece smette di prendere i farmaci appena si sente meglio, la sua compliance è bassa, e ciò può portare a ricadute o complicazioni.

Negli ultimi anni, i medici preferiscono parlare anche di “aderenza terapeutica” (adherence), un termine che evidenzia una relazione più attiva e consapevole tra medico e paziente. Non si tratta solo di “obbedire” a delle regole, ma di collaborare in modo responsabile per raggiungere insieme l’obiettivo della guarigione.

In sintesi, in ambito medico la compliance rappresenta la misura della partecipazione del paziente al proprio trattamento, un elemento fondamentale per garantire l’efficacia delle cure e il miglioramento della qualità della vita.

Fonte: Aderenza e persistenza terapeutica: definizioni.