La condizione della donna dall’antichità fino ai giorni nostri ha subito diverse e profonde trasformazioni, se prima si pensava ad un ruolo chiuso, privo di autonomia, di parola e pensiero, una sorta di proprietà che passava dal padre di famiglia al marito, oggi non è più così nella parte occidentale del mondo anche se la strada per una completa parità di genere è ancora lunga.
Sia con la prima guerra mondiale ma soprattutto con la seconda la donna ha dovuto reinventare completamente il suo ruolo e non solo occuparsi della casa e della famiglia (considerato il suo luogo naturale) ma anche svolgere tutti quei mestieri lasciati vuoti dagli uomini perché chiamati alle armi. Dal sito Wikipedia “Storia delle donne nella Resistenza Italiana” possiamo trovare i luoghi di lavoro dove le donne erano maggiormente impegnate: nelle industrie tessili, di abbigliamento, alimentari ed anche nelle nuove industrie chimiche per la lavorazione dei minerali, della carta e della pelle, negli ospedali con il ruolo di curare i soldati feriti e i civili, nelle scuole come insegnanti ma solo alle elementari perchè le medie e superiori erano prerogativa degli uomini. Tutti ambiti di concezione puramente maschile, impensabile per l’epoca che la donna potesse accedervi con un ruolo attivo.
Altro ruolo di primaria importanza avviene durante la Resistenza, contro l’occupazione nazi fascista. Le donne si adoperavano fuori casa diventando: staffette, informatrici, organizzavano il recupero di risorse e beni di prima necessità, identificavano i cadaveri e assistevano i familiari dei compagni deceduti. Dentro alle loro case cucivano indumenti ai partigiani, raccoglievano e nascondevano armi e munizioni.
Terminata la guerra la donna avrebbe perso automaticamente tutto quello acquisito con tanta fatica? Si sarebbe accontenta di rientrare in casa e svolgere solo il ruolo di moglie e madre? Quale sarebbe stato il passo successivo?
Data storica è il 1 febbraio 1945, con il decreto legislativo n. 23 si estendeva il diritto di voto alle donne, diritto che avrebbero esercitato nelle amministrative del 2 giugno 1946. Una conquista universale nella storia italiana che portava uomini, e per la prima volta le donne, a scegliere tra Monarchia e Repubblica.
Nell'articolo “I diritti delle donne: dal diritto di voto ad oggi” possiamo notare come i diritti politici conquistati nel’ 46 non significano automaticamente l'ottenimento di quelli civili, quelli avvengono più lentamente e più avanti nel tempo, i principali possono essere riassunti in alcuni punti:
- 1950 tutela delle lavoratrici madri
- 1956 ingresso delle donne nell’amministrazione della giustizia
- 1963 divieto di licenziamento per matrimonio
- 1968 abrogazione del reato di adulterio
- 1970 legge sul divorzio
- 1977 parità di trattamento sul lavoro tra uomo e donna
- 1981 delitto d’onore.
La domanda sorge spontanea, cosa significa parità di genere? Oggi possiamo definirla una battaglia vinta?
La Costituzione ci aiuta analizzando 3 principi fondamentali:
- Articolo 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
- Articolo 37 La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
- Articolo 51 Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge.
Purtroppo la realtà sia in Italia che nella maggior parte dei paesi occidentali è leggermente diversa, i passi in avanti ci sono stati ma la strada è ancora lunga per parlare di piena emancipazione sia nella sfera civile che in quella personale. Quotidiane sono le notizie di femminicidi e di violenze di ogni genere, dall’oppressione fisica a quella psicologica, sia dentro che fuori le mura di casa.
Per raggiungere l’obiettivo della parità è necessario un cambiamento culturale che parta dal basso (famiglia e scuola) per poi amalgamarsi con la società in cui tutti viviamo. Il ruolo della donna all’interno della famiglia, del mondo del lavoro e della società si costruisce passo dopo passo tenendo sempre presente l’equilibrio tra i due sessi e attuando il principio di pari opportunità.
In conclusione abbiamo capito che da sole le leggi non bastano, le bambine di oggi e le donne di tutte le età devono guardare il mondo con occhi diversi, uno sguardo attento, consapevole e non stereotipato dove possano impersonare più ruoli contemporaneamente: cittadina, lavoratrice, moglie e madre.
https://www.lagiuristaonline.it/i-diritti-delle-donne-dal-diritto-di-voto-nel-1945-ad-oggi/
https://www.settantesimo.governo.it/it/approfondimenti/le-donne-e-il-voto-del-1946/index.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_delle_donne_nella_Resistenza_italia
https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione
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