Progetto Voice4Health: uso dell'assistente vocale per un invecchiamento attivo

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Digitale
progetto Voice4Health : uso dell'assistente vocale per un invecchiamento attivo

Grazie allo sviluppo delle moderne tecnologie, oggi esistono gli assistenti vocali che possono essere un’ottima soluzione per migliorare la vita di una persona anziana.
Sebbene all’apparenza possano sembrare strumenti lontani da chi non ha molta dimestichezza con la tecnologia, a differenza degli smartphone, gli assistenti vocali hanno un design molto semplice e si attivano facilmente, basta pronunciare i comandi a voce.

Cosa consente di fare un assistente vocale?

Si tratta di un’intelligenza artificiale, solitamente inserita all’interno di un altoparlante collegato a Internet tramite connessione wireless. L’altoparlante dà voce all’intelligenza artificiale, che è la “mente” del dispositivo.
Per una persona anziana avere uno smart speaker in casa significa avere sempre qualcuno con cui conversare, che la ascolta e che la aiuta a ricordare gli appuntamenti, come prendere le medicine o provare la pressione.
Un aiutante vocale può riprodurre brani musicali, iniziare una conversazione, imparare a riconoscere il timbro di voce, memorizzare le abitudini di chi gli parla, stimolando la mente per mantenerla sempre attiva.
Grazie all’assistenza vocale, si possono spegnere e accendere le luci, senza doversi alzare, si può rispondere al telefono e fare chiamate, senza dover cercare nella rubrica.
Può aiutare a fare la lista della spesa e a ordinarla online, ricevendola direttamente a casa ed evitando così lo sforzo di portare sacchetti molto pesanti o di uscire di casa.
 

Il progetto voice4health
 

Da tempo gli assistenti vocali ci aiutano in molte attività quotidiane. Ce lo dice sia la nostra esperienza che alcuni studi scientifici. Ma nel progetto Voice4Health, condotto dal Centro di ricerca dell’Università Cattolica EngageMinds HUB in collaborazione con DataWizard e con il contributo non condizionante di Amazon c’è qualcosa di più, perché si è andati a indagare, con strumenti scientifici, se l’uso di questi dispositivi da parte di persone anziane, oltre ad agevolare molte attività quotidiane, possa contribuire al miglioramento della loro qualità di vita. E i risultati sono più che incoraggianti, sebbene preliminari. 

La ricerca

Il campione è composto da 60 donne e uomini tra i 65 e gli 80 anni d’età. Tutti i partecipanti hanno ricevuto l’assistente vocale Alexa (Amazon) e sono stati intervistati quattro volte in totale. La prima intervista risale a due settimane prima dell’inizio del test. La seconda appena prima dell’inizio. La terza alla fine delle due settimane di sperimentazione e infine la quarta dopo 15 giorni, come azione di follow up.
Da questa ricerca è emerso come il 75% del campione – alla fine della ricerca – ha dichiarato di aver visto aumentare il benessere personale. Però è necessario approfondire in che senso ciò è avvenuto. A questo risponde la ricercatrice dell’Università Cattolica Serena Barello: “dal punto di vista emotivo il 52% degli intervistati ha dichiarato di aver mantenuto un elevato stato di benessere anche nelle settimane successive alla sperimentazione. Ma di tutto rilievo è stato anche l’impatto sulle relazioni sociali perché dopo la sperimentazione, ben il 62% degli intervistati ha avuto la sensazione di sentirsi meno solo e il 98% ha espresso una maggior volontà di comunicare con altre persone mediante le nuove tecnologie”. 

L’intero campione di persone coinvolte nell’esperimento hanno affermato che l’uso di Alexa sia stato divertente e ne raccomanderebbe l’uso ad amici e parenti.

Alcuni dei commenti:
“Ho vissuto momenti di relax e ho goduto di ricordi, rivivendo vecchie emozioni. Mi sono piaciute molto anche le videochiamate”
“Una delle cose più belle tra le altre era la sensazione di non sentirsi soli”
“Mi è piaciuto perché ho avuto subito delle risposte interessanti a qualsiasi domanda posta. Poi mi ha fatto compagnia nelle lunghe giornate

La testimonianza di Ada assistita del nostro  Servizio E-care di Bologna

Lo scorso anno le figlie le hanno acquistato l'assistente vocale Alexa. Riferisce che lo considera un dispositivo molto utile per le persone con disabilità visiva e uno strumento per alleviare il senso di solitudine.
Essendo una ipovedente lo utilizza per diverse funzioni:
-  promemoria per ricordarsi di prendere le medicine, degli appuntamenti sanitari
-  cronometro durante la preparazione del pasto
-ricerca di informazioni: meteo, data odierna, notizie di attualità
- gestione della Smart tv ( cambio canale, accensione o spegnimento)
-intrattenimento ed interazione (musica, audiolibro, ascoltare una barzelletta)

“Si tratta di risvolti di grande interesse – dichiara Guendalina Graffigna, ordinario di psicologia della salute e dei consumi presso l’Università Cattolica di Milano-Cremona e direttore di EngageMinds Hub –. Basti pensare a come la pandemia abbia accelerato, quando non imposto, un cambio di paradigma nelle relazioni familiari attraverso l’uso di collegamenti da remoto. Per non parlare della crescente digitalizzazione della pubblica amministrazione che implica, con l’introduzione dello spid, la creazione di una propria identità digitale con la quale accedere a molti servizi quali sono, per esempio, la consultazione del fascicolo sanitario o la prenotazione della vaccinazione”.

https://secondotempo.cattolicanews.it/news-anziani-e-assistenti-vocali-piu-benessere-e-confidenza-con-la-tecnologia

https://datawizard.it/en/voice4health-using-voice-assistants-to-promote-positive-ageing/

https://www.repubblica.it/economia/rapporti/osserva-italia/conad/2022/01/04/news/gli_assistenti_vocali_fanno_bene_agli_anziani-332636955/