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Amministrare e progettare il tuo futuro
La festa della Repubblica torna da 76 anni e ogni volta i politici ripetono i discorsi d’occasione e i pacifisti richiedono di abbandonare l’esibizione delle Frecce tricolori mentre aumenta il numero di chi non sa che cosa si festeggia. Quest’anno, dopo le restrizioni della pandemia, è tornata, inattesa, “la guerra”: l’aggressione a un Paese che doveva essere libero e sovrano come il nostro ha visto gli europei rispondere per evitare la deriva tragica di un conflitto mondiale. Un attentato alla democrazia europea. Per questo “si deve” fare festa, con il cervello partecipe dei dolori e delle rovine di questo conflitto e memore di quando Milano o Bologna erano ridotte come Mariupol! È lontana la Seconda guerra mondiale, quando da tanti Paesi del mondo si venne a morire sul nostro fronte per eliminare le piaghe del fascismo e del nazismo che mirava al dominio assoluto sterminando l’umanità “handicappata”, “omosessuale”, “zingara”, “ebrea” e “politicamente non inquadrata”. Ma le guerre storiche non sono più la strategia del 2022. È trascorso un mese dalla Giornata dell’Europa (9 maggio), che ha concluso l’esperimento unico nella storia del mondo: un’esperienza di partecipazione democratica “dal basso” di un intero Continente. Era stata proposta – fornendo una piattaforma multilingue accessibile a libere associazioni ed enti pubblici in tutti i Paesi – dal Parlamento, dal Consiglio e dalla Commissione per recepire proposte, esigenze e critiche dei cittadini europei “dal basso”, non solo oggetto dei benefici (debitori) erogati nella pandemia o del Pnrr, ma soggetti chiamati a condividere la politica comune. È questa l’Europa degli impegni originari, l’Europa fondata sui diritti e sulla pace, che fa parte della Nato, ma non si identifica con l’alleanza atlantica e, anche se non ha ancora un esercito comune europeo – come chiedeva la Carta di Ventotene – per prevenire l’esplosione di conflitti a diventare guerra, resta incompatibile con il fragore delle armi. È un impegno per le prospettive future: non sono meno rovinose, ma già praticabili le guerre elettroniche, che accecano i centri vitali di un Paese mettendolo in difficoltà enormi, ma senza uccidere e spargere il sangue, tuo o del “nemico”. In realtà oggi viviamo in un mondo “vecchio”, come vecchia è la guerra ottocentesca che vediamo nelle rovine ucraine. Si poteva prevenire? Certo, il conflitto era rimasto aperto dopo la guerra del 2014; d’altra parte i vari G7 e G20 hanno dimostrato che non tutti gli europei sono benestanti come gli italiani (che scontano di essere un Paese di grande ricchezza, ma in mano privata che non paga tasse mentre lo Stato è povero) e restano le disuguaglianze: sono decine di migliaia gli ucraini emigrati in Italia, ma non abbiamo mai visto una delle nostre “badanti” partecipare ai gruppi ecumenici. Non c’è solo la diplomazia che lavora in segreto, c’è il populismo diffuso che porta gli italiani a non capire più dove stia la Destra e gli ucraini a votare la campagna elettorale nazionalista in un Paese confinante con quella “Santa madre Russia” già zarista, già comunista, ma nata nel 988 a Kiev. La democrazia ha esperienza sufficiente per usare mediazioni possibilmente nonviolente e strategie condivise. Non possiamo permetterci di perdere, non le guerre, ma il tempo. Il mondo va avanti da solo e le nuove tecnologie sollecitano l’uomo e (senza sex-conflitti) la donna a correre. Siamo al metaverso, che apre un domani in cui i giovani – oggi fermi alla mentalità delle App e dei giochi elettronici – rischiano di andare dentro i propri avatar e appassionarsi a una produzione di lavoro ancor più alienato e contrattato individualmente. Il capitalismo è sempre stato “ibrido” e adattabile alle situazioni prima dei sindacati: anche qui abita la libertà. Il 2 giugno 2022 “si deve”, dunque, onorare la ricorrenza di una libertà che ridiede ai cittadini italiani la possibilità di scegliere con un referendum la “loro” Repubblica. Ma con la consapevolezza che la democrazia è “forte” di valori e diritti, ma fragile e sempre incompleta di cui dobbiamo costantemente prenderci cura facendo politica. Ci sarà da pensare alla ricostruzione dell’Ucraina forse in pace ma non pacificata, e anche di trovare rimedio alle privazioni energetiche, alimentari e ambientali non solo dell’Europa. La New Generation Eu merita un futuro più sereno.
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2 Giugno 2022
Oggi 2 giugno 2022 festeggiamo la Repubblica Italiana che rappresenta anche la libertà e l'unità d'Italia riconquistata dopo una terribile guerra. La festeggiamo anche con la speranza che il Covid stia allentando sempre più la sua aggressività e ci doni quella libertà che ci aveva tolto. Questa data ci ricorda anche che il 2 giugno del 1946 tutte le donne italiane hanno votato per la prima volta insieme apportando un forte contributo femminile alla Repubblica! Auguni a tutti.