Bookcrossing
Una parola proposta da Redazione YouBOS
Mercoledì, 25 Marzo 2020
Se ne sente parlare sempre di più, ma di che si tratta?
Ancora una volta una parola inglese composta da due termini: book, libro e crossing, attraversamento, passaggio.
Avete presente la prima lezione d'Inglese? The book is on the table.
Nel caso del bookcrossing il libro che avete appena finito di leggere o che avete in libreria ma che ritenete non essere indispensabile per voi, può essere messo a disposizione degli altri, può raggiungere la scrivania, il comodino, la libreria di altre persone, secondo l'idea che i libri e la cultura devono circolare liberamente, non stare dentro o sopra i mobili, inutilizzati.
Ma com'è possibile? ci sono due modi.
Uno è molto serio e strutturato, esiste un sito che censisce i libri disponibili: per avere tutte le indicazioni occorre iscriversi nel portale www.bookcrossing.com. L’iniziativa di scambio e distribuzione di libri gratuiti ruota intorno all’esistenza di un elenco di volumi identificati da un codice unico, attraverso cui è possibile seguire il percorso del libro e il suo incrociarsi con i lettori.
L'altro modo è molto spontaneo. Una qualsiasi aggregazione di cittadini dagli abitanti dello stesso condominio, agli impiegati dello stesso ufficio, dalla direzione di una struttura ospedaliera ai frequentatori di un esercizio commerciale come un parrucchiere o un bar decidono di dedicare uno spazio allo scambio di libri. I libri possono quindi popolare i posti più disparati e invogliano alla lettura perché non è necessario acquistarli ma basta prenderli in prestito e portare quelli che si è già letti, nel posto che si ritiene più comodo fra quelli conosciuti e frequentati. Dal 2001 questa buona pratica si è diffusa in tutto il mondo. L'azienda USL di Bologna la promuove in molte sale d'attesa di ospedali e case della salute.
Al piano terra del mio condominio abbiamo una cassettina di legno bianco in cui mettiamo libri e riviste, una sola regola: pulizia e decoro!
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